Che l’idea che i social abbiano sostituito i blog non mi sembra né centrata né realistica, anzi. Quindi tornare a scrivere, più di pochi caratteri per volta, senza chiedere la futile approvazione di un pollice in su. Scrivere per chi ha tempo e voglia di leggere, oppure chiudere la bocca virtuale e scrivere sulla carta o per la carta, per chi leggerà e serberà qualcosa, e lasciare che il dialogo si svolga solo quando ci si può guardare negli occhi. Sarà ancora possibile, senza forzature, mi chiedo? Quando la natura non viene più naturale, quando gli ambienti artificiali risultano tanto reali quanto un bar o una biblioteca, e tanto più reali dell’atrio di un centro commerciale, forse è il concetto di naturalezza a risultarne irrimediabilmente modificato. Irrimediabile, in ogni caso, è una parola che mi piace, in senso durassiano, direi. Vedremo.
March 12, 2013
Tornare (forse)
This entry was posted on Tuesday, March 12th, 2013 at 12:08 pm and tagged with blog, sabrina campolongo, scrivere and posted in vera vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
6 responses to “Tornare (forse)”
Leave a comment Cancel reply
Cerca
-
Recent Posts
me
- #save194 Alcide Pierantozzi Alda Merini alice munro amore anais nin Anne Sexton anoressia arte assenza balene bianche blog bulimia Christa Wolf Christa Yolf Colette desiderio dolore donne dublino ebook elias canetti erica jong eros erotica fabrizio de andrè femminismo ferite Fes Foucault francis bacon gelosia giallo henry miller Il sale Jean-Baptiste Del Amo la neve fuori stagione Letteratura letteratura americana letteratura francese letti da me Lou Andreas Salomé marguerite duras Medea Neo edizioni noir Paolo Zardi passione Pier Paolo Pasolini poesia potere racconti reccensioni recensioni romanzi italiani romanzo Rosella Postorino sabrina campolongo scrivere sesso stay human Sylvia Plath traduzioni trieste Umberto Saba unessential dublin viaggio Vittorio Arrigoni vittorio sereni wainwright
Twitter Updates
Tweets by annestretterCategories
- chiamiamola poesia (8)
- Libri (8)
- Primo Piano (2)
- salvavita (18)
- tradurre (1)
- Uncategorized (54)
- vera vita (3)
- Writing (37)
- epifanie (18)
- i miei libri (1)
- la neve fuori stagione (1)
- racconti (14)
Archives
Paperblog
March 12th, 2013 at 12:40 pm
Io credo che i “social” non abbiamo sostituito alcunché. Al limite, hanno trasposto e amplificato. Le sedimentazioni del pensiero avvengono e avverranno in ambiti critici sostanzialmente irrimediabili, ma pur sempre pensabili. Ecco perché bisogna insistere e gioire anche nel dominio del discorso. 😉
March 12th, 2013 at 12:48 pm
E’ che la sensazione di non aver nulla più da dire si amplifica in me tanto quanto si moltiplicano i modi di tutti di dire il nulla. Il blabla universale preme quasi intollerabile contro le mie finestre, ma dopo averle sprangate tutte mi manca il suono di una vera voce, e le parole che si imprimono nere sul bianco del mio silenzio non sempre mi bastano. Grazie per la visita, Carmine. 🙂
March 12th, 2013 at 3:06 pm
credo abbiano sostituito molto, per coloro che non sapevano leggere (e scrivere) prima e non sanno farlo ora. richiede pochissimo tempo e poca introspezione, abilità. a volte anche poche ideec
March 13th, 2013 at 1:45 pm
Molta voglia di esserci e poco da dire, forse non è cambiato niente davvero, solo vecchie logiche in luoghi diversi.
March 14th, 2013 at 2:44 pm
Esserci per essere. E non solo sui social. Interessante spunto di riflessione. Sandro
March 16th, 2013 at 10:13 am
Ben ritrovato, Sandro. Esserci perchè il silenzio a un certo punto smette di pesare, e allora si può ricominciare a parlare, senza paura.